Villa Monty Banks: le luci della ribalta brillano sul progetto della famiglia Manuzzi.

Romagna a tavola incontra con Annalisa Calandrini, nella storica location cesenate “Villa Monty Banks” la titolare Erika Galbucci, che insieme a Michele Manuzzi -suo compagno anche nella vita- è fautrice di un progetto che ha restituito splendore a questa dimora lussuosa e affascinante nel cuore della città.
Ma chi è Monty Banks ce lo racconta Erika: “Monty Banks è lo pseudonimo di Mario Bianchi, nato a Cesena alla fine dell’Ottocento, poi emigrato negli Stati Uniti: era un celebre artista all’epoca del cinema muto. Una sua prima apparizione si ha sul grande schermo nel 1916 e lo troviamo anche come regista di numerosi film. Nel 1929 si trasferisce in Gran Bretagna e qualche anno più tardi incontra Gracie Fields, attrice e cantante, che sposa nel 1940. Uomo brillante, generoso, dal cuore grande e attento ai bisogni delle fasce più deboli, perché mai si dimenticherà delle proprie umili origini, non tradisce però la sua passione per le cose belle e per la celebrazione della joie de vivre: in questi anni acquista Villa Belvedere, che aveva in passato ospitato gli Albizzi e ne assegna il progetto all’architetto Pontoni. Monty Banks, vera e propria leggenda del cinema muto, benefattore e uomo molto amato dai concittadini, morirà a soli 52 anni ad Arona ed è sepolto al cimitero di Cesena”.

Bellissimo il viale di cipressi che attraversiamo per arrivare alla struttura e la visione della Villa ci cala in un’ atmosfera anni ‘30 in cui lo stile liberty si mescola sapientemente con elementi all’ inglese.
Come sappiamo Villa Monty Banks non solo ospita un ristorante gourmet, da provare assolutamente, ma è anche azienda agricola, che ha rimesso all’opera antiche vigne e uliveti della proprietà, ampliando poi le coltivazioni con gli orti, i giardini di aromatiche e anche il grano Senatore Cappelli per ricavarne le farine ( a disposizione della cucina ); è poi un resort di lusso e di design, nel quale il gusto incontra il benessere: ha una bellissima piscina che accede ad una panorama mozzafiato, una spa ed è letteralmente immersa nel verde (sono disponibili servizi di personal training e di e-bike).
Erika Galbucci specifica che il restauro conservativo della villa è stato il risultato di uno studio minuzioso e approfondito che ha permesso di valorizzare gli elementi distintivi di questo luogo e del suo contesto. Per esempio gli ambienti interni, dal ristorante alle camere da letto e suites, sono il risultato di un attento lavoro di interior design che ha coniugato il sapore degli anni Trenta con arredi e confort contemporanei per creare un’atmosfera elegante e al contempo rilassata.
Gli interni sono decorati con materiali naturali come marmi e legno insieme a colori in armonia con quelli della natura che è protagonista indiscussa: tutto è bilanciato e parla di storia quanto di modernità.
Ma venendo alla parte squisitamente ristorativa, la cucina è affidata allo chef Ivan Milani, torinese di origini e romagnolo di adozione, classe 1971, che ha sposato questo meraviglioso progetto insieme ai Manuzzi, mettendo a disposizione l’importante esperienza pluriennale maturata tra Milano, Langa e Torino.


La sua cucina è una cucina “firmata”, molto personale, che si muove tra la tradizione e la ricerca e che fa dell’etica e della qualità del prodotto i suoi punti cardinali. L’incontro con Villa Mony Banks ha dato eco a questa filosofia, perché qui la degustazione diventa non solo un percorso di gusto, ma anche una ricerca continua dell’ eccellenza, del Kmzero e può contare su una filiera corta grazie all’autoproduzione. Per esempio il pane, i grissini e la focaccia sono prodotti dalla cucina, utilizzando esclusivamente lievito madre e farine biologiche ottenute dalla coltivazione di grano Senatore Cappelli, così come la pasta fresca. L’olio E.V.O. servito a tavola è il Don Dino qui prodotto.
Si tratta quindi di una cucina a base dei migliori prodotti della Romagna e in sintonia piena col contesto rurale e con le stagioni. Il menù rappresenta infatti la Romagna, di terra e di mare, ma con volontà di saper anche guardare oltre i confini.
In menù la tradizione parla per esempio con la classica pasta ripiena alla romagnola, mentre non manca mai l’aspetto innovativo, con grande attenzione al dettaglio e tecniche di cottura assolutamente contemporanee.
Nella Carta dei Vini spiccano le etichette “Dai nostri vigneti”, con interessantissimo Sangiovese Superiore, il Riserva, Metodo Charmat, Rosato, con sei referenze in proprio. Ma tante altre le etichette del territorio emiliano romagnolo, nazionale ed anche Champagne.
In tutto il ristorante ospita una cinquantina di coperti e offre la possibilità di organizzare eventi privati. In più si ospitano eventi  aperti al pubblico (consigliamo di seguire i social di Villa Monty Banks per rimanere aggiornati).
Gli obiettivi del nostro progetto, che riconosciamo essere particolarmente ambizioso” conclude Erika Galbucci “sono quelli di offrire una proposta eno- gastronomica che rappresenti bene la Romagna, perché tanto ha da raccontare e tanto va valorizzata, e che metta al centro prima di tutto la natura. I tempi ce lo insegnano, purtroppo in via di emergenza. Ma soprattutto vogliamo e speriamo di attrarre un turismo consapevole e attento”.

Giulia Tellerini                                                                                                                

( Foto tratte dal sito https://www.villamontybanks.it/ )